Il linfedema è definito come un accumulo anomalo di liquido ricco di proteine nello spessore dell’interstizio, associato a un quadro infiammatorio cronico ed a fibrosi tessutale. Questo può derivare da un’asportazione chirurgica di linfonodi oppure da un loro cattivo funzionamento.
In relazione alla genesi si distinguono:
- LINFEDEMI PRIMITIVI o congeniti,
- LINFEDEMI SECONDARI a interventi chirurgici, radioterapia, traumi (es. ustioni), incidenti stradali.
E’ una patologia frequente e diffusa in tutto il pianeta, con eziologia differente nei diversi Paesi: nel mondo circa 90 milioni di persone sono affette da linfedema causato da parassitosi (filariasi), circa 10 milioni presentano linfedema secondario ( da chirurgia per carcinoma mammario e pelvico, chirurgia vascolare, infezioni ricorrenti e traumatismi).
Se aggiungiamo a questi dati coloro che presentano una insufficienza vascolare cronica i casi stimati salgono a 300 milioni.
Quanto ai casi pediatrici, in cui il linfedema si presenta come congenito, si stima che nel mondo sia diagnosticato solo il 10% dei casi presenti.
Questo a causa di difficoltà nell’accesso alla diagnosi e alla terapia.
Si può quindi definire il linfedema come una epidemia nascosta.
La riduzione del drenaggio linfatico si associa a un processo infiammatorio cronico che stabilisce pertanto una condizione patologica con cui il paziente convive per tutta la vita. Vengono interessati perlopiù gli arti e questo inficia notevolmente la qualità di vita delle persone.
IMPATTO DEL LINFEDEMA SULLA QUALITA’ DI VITA
TIPI DI INTERVENTI CHIRURGICI
Le tecniche chirurgiche sono destinate ai casi non responsivi al trattamento medico e prevedono due tipologie di interventi: ABLATIVI o FISIOLOGICI
Che tipo di tecnica scegliere o come combinare le differenti tecniche tra di loro verrà stabilito in base alla visita, al colloquio con il paziente e ai risultati della linforisonanza, esame preoperatorio imprescindibile, che ci permette di avere una diretta visione di quale sia il tipo e il grado di linfedema che si sta affrontando.
Per ogni caso verrà stabilito un piano terapeutico personalizzato secondo le necessità del singolo paziente, al fine di raggiungere il massimo livello di cura ottenibile.
L' obiettivo rimane sempre aiutare il paziente a riconquistare la maggiore autonomia possibile; ogni specialista studia il compromesso più adatto, in connubio fra ciò che le regole teoriche dicono e ciò che la persona vive.
INTERVENTI CHIRURGICI ABLATIVI
Si basano sull’asportazione del tessuto patologico utilizzando diverse tecniche, tutte volte a ridurre il peso e le dimensioni delle aree affette
-LIPOSUZIONE MODIFICATA
Riservata in genere ai casi in cui le aree affette sono in gran parte costituite da tessuti fibrotici (il cosiddetto lipoedema); questa tipologia di interventi consente di ottenere un rimodellamento selettivo delle aree affette preservando nel contempo le vie linfatiche competenti, consentendo così di agire dove le tecniche fisiologiche non trovano la loro ideale indicazione.
Anche questa tecnica, nei casi in cui diversi gradi di linfedema coesitono, può essere utilizzata in combinazione con gli interventi ablativi e quelli fisiologici per ottenere risultati mirati a un migliore e più completo livello di cura.
-INTERVENTI DI RIDUZIONE DI AMPIEZZA
Riservata in genere ai casi più gravi di linfedema, dove le aree affette sono in gran parte costituite da tessuti fibrotici, la chirurgia ablativa ha lo scopo di asportare quantità più o meno estese di tessuto patologico, così da alleviare in primis le problematiche legate alle dimensioni e al peso degli arti affetti, migliorando sensibilmente la qualità di vita del paziente. In secondo luogo questa tipologia di interventi consente di ottenere un rimodellamento selettivo delle aree affette, permettendo di agire su zone poco o non responsive ad altri trattamenti.
Ultima e forse più importante è la possibilità di facilitare l’attività dei vasi linfatici competenti residui, contribuendo così a interrompere il circolo vizioso che spesso conduce a un irreversibile e non responsivo peggioramento della malattia. Tutto ciò si rivela estremamente utile nei casi in cui questi interventi vengono abbinati a interventi fisiologici (trapianto autologo di linfonodi e bypass linfo- venosi) o a liposuzione; le differenti tecniche, infatti, si combinano spesso in modo sinergico tra di loro, permettendo livelli di cura ancor più sofisticati.
INTERVENTI CHIRURGICI FISIOLOGICI
Questi tipi di interventi hanno lo scopo di andare a ricostruire delle vie linfatiche competenti, che permettano di drenare la linfa in eccesso nelle aree malate. Sono interventi sofisticati eseguiti mediante tecniche superspecialistiche, con l’ausilio di un microscopio operatore
-TRAPIANTO DI LINFONODI (ALNT - VLNT)
Riservato ai casi in cui il sistema linfonodale sia ipoplasico o assente o in cui si verifichi un'interruzione nel flusso di drenaggio linfatico, sia esso di origine iatrogena, traumatica o post- infettiva.
L’intervento consiste nel trapianto autologo di un’unità di tessuto, detta lembo, contenente linfonodi. Questo lembo viene trasposto nella sede in cui i linfonodi sono assenti o sono non competenti. Le zone zone donatrici più comunemente utilizzate sono quella laterocervicale, quella dorsale e quella inguinale. I linfonodi prelevati sono circa tre-quattro, per evitare scompensi in area donatrice.
Il tessuto trapiantato non solo favorisce il riassorbimento della linfa in eccesso presente in area ricevente, ma permette l’instaurarsi di un nuovo equilibrio che sarà duraturo nel tempo mediante la formazione di nuovi vasi linfatici.
L’autotrapianto linfonodale trova indicazione anche con finalità preventiva. L’approccio al paziente oncologico sta vedendo un imprescindibile connubio fra la chirurgia demolitiva oncologica e quella conservativa/ricostruttiva plastica.
Si pensi ai casi in cui è necessario eseguire una mastectomia per carcinoma. Nella stessa seduta operatoria, dopo l’asportazione oncologica viene eseguita una ricostruzione mammaria con un lembo grasso addominale, ricco di tessuto adiposo per il ripristino del volume e della forma della mammella e di linfonodi per prevenire l’instaurarsi del linfedema di arto superiore.
-ANASTOMOSI LINFO-VENOSA o BY PASS LINFATICO VENOSO
Nelle sue diverse varianti questo tipo di tecnica trova, secondo la nostra filosofia, miglior indicazione nei casi di linfedema iperplastico o ipertrofico, in cui i vasi linfatici sono presenti, a volte anche superiori al normale in termini di lunghezza e/o numero, ma sono privi di competenza, quindi non in grado di svolgere la loro funzione di trasporto. Lo scopo di questi interventi è creare diversi bypass al microscopio tra piccoli vasi linfatici e venule del sottocute, così da permettere una deviazione del flusso dal sistema linfatico bloccato al sistema venoso.
Per maggiori informazioni vi rimando al sito http://www.centrolinfedema.it, il sito del team di esperti di cui faccio parte.