BREAST IMPLANT ILLNESS (BII)
Breast Implant Illness (BII) è un termine che ha avuto origine da un gruppo di donne che si sono ammalate dopo aver subito un intervento di aumento del seno. Questa malattia è rappresentata da una serie di sintomi attribuiti agli impianti mammari e possono variare da paziente a paziente con diverse manifestazioni cliniche. Questi sintomi sono tutti legati a processi autoimmunitari e sono presenti anche in molte condizioni autoimmuni.
La prima cosa che deve essere chiarita è che ci sono ancora molte domande senza risposta riguardo alla fisiopatologia e all'eziologia di questa condizione e, sebbene siano state avanzate diverse teorie, non c'è ancora una comprensione chiara del motivo per cui alcune donne sviluppano questi sintomi.
LA TEORIA ADIUVANTE
Un impianto mammario è un corpo estraneo che per anni la comunità medica ha considerato biocompatibile con il corpo umano. Sebbene alcune pazienti sviluppassero contrazioni capsulari, che sono una chiara prova della reazione del corpo all'impianto, la comunità medica ha continuato a considerare questi dispositivi sicuri.
Un adiuvante è una particella che stimola la risposta immunitaria a un corpo estraneo, o quello che viene chiamato un antigene. C'è una buona possibilità che gli impianti possano contenere sostanze che agiscono come adiuvanti, che in alcune donne scatenano una risposta immunologica sistemica cronica, cioè una risposta infiammatoria, che induce il sistema immunitario ad attaccare diversi tessuti del corpo. Questi corpi estranei sono visti dal sistema immunitario come antigene e causano i sintomi sofferti da queste pazienti.
Ci sono molte sostanze che possono comportarsi come adiuvanti. Sono stati pubblicati diversi articoli che propongono che alcune di queste presenti negli impianti mammari possano causare autoimmunità e questa possibilità è stata trascurata anni fa con gli studi che hanno autorizzato l'uso sicuro degli impianti mammari.
La prima segnalazione di questo problema risale a 50 anni fa come sindrome chiamata malattia del seno da adiuvante. Nonostante il posizionamento di impianti mammari sia ormai rutinario con risultati eccellenti e alti tassi di soddisfazione, una piccola percentuale di pazienti potrebbe avere una sorta di predisposizione a sviluppare una risposta autoimmune agli impianti mammari, recentemente denominata Breast Implant Illness (BII). Questo non accada solo con gli impianti mammari, ma gli adiuvanti presenti in alcuni vaccini, alcune infezioni come la malattia di Lyme, alcune proteine nei cibi e persino alcuni metalli sono capaci di scatenare e aggravare una risposta immunitaria che porta a sindromi molto simili a quelle descritte con sintomatologia quasi identica. Queste includono, tra le altre, la sindrome ASIA e la sindrome di incompatibilità al silicone. La sindrome autoimmune indotta dagli adiuvanti, nota come sindrome ASIA, si riferisce alle sindromi autoimmuni indotte dagli adiuvanti.
L'eziologia delle sindromi autoimmuni, come la fibromialgia, il Sjogren, il lupus eritematoso sistemico, l'artrite reumatoide, la sindrome da stanchezza cronica, ecc., sono state categorizzate come idiopatiche, che è il termine medico usato per "Non se ne conosce la causa".
Si sa che alcuni autoanticorpi e alcune proteine infiammatorie diventano positivi, ma la realtà è che non si sa il perché. Sembra che improvvisamente il nostro sistema immunitario decida di iniziare a combattere il nostro corpo. È molto interessante osservare come alcune di queste sindromi abbiano esordi e sintomi così simili. È difficile non chiedersi se potrebbero potenzialmente essere innescati dagli adiuvanti, proprio come sta accadendo ad alcuni soggetti con vaccini, impianti di silicone e alcune malattie infettive.
La sintomatologia comprende molti segni fisici diversi, ma tutti sono legati a una sorta di infiammazione che colpisce diversi sistemi e tessuti nel nostro corpo. Il dottor Yehuda Shoenfeld ha pubblicato nel suo articolo sulla sindrome ASIA che la rimozione dell'"agente scatenante" aiuta nel miglioramento. Questo fatto è in linea con lo studio di coorte di Maastricht, in cui il miglioramento dei sintomi è avvenuto nel 50% delle pazienti e in un altro studio condotto da Peters, in cui le pazienti hanno sperimentato un miglioramento del 58% dopo l’espianto delle protesi, e il 74% delle pazienti ha dichiarato che "si sentiva meglio e che la qualità di vita era migliorata". Non si hanno informazioni riguardo che tipo di rimozione capsulare sia stata utilizzata, ma in passato non veniva utilizzata come pratica comune rimuovere completamente le capsule.
In letteratura, le pazienti sottoposte a rimozione di tipo Enbloc (rimozione completa dell'impianto e della capsula biologica circostante), presentano una percentuale di remissione completa dei sintomi a 6 mesi vicina al 75% e un miglioramento dei sintomi nell''85% dei casi.
La differenza nei risultati potrebbe essere correlata al tipo di rimozione capsulare eseguita. L'analisi dei tessuti da parte dei patologi ha dimostrato che molti impianti presentano gruppi di macrofagi con chiare inclusioni nel citoplasma, che corrispondono a fuoriuscite di silicone, anche se i loro involucri sono integri. Secondo quanto riportato, alcune pazienti avevano particelle di silicone nei linfonodi ascellari, altre avevano analisi positive per particelle di silicone a livello sistemico, il che potrebbe spiegare il motivo per cui le pazienti non sperimentano remissione, ma solo miglioramento, anche se è stata eseguita una resezione di tipo Enbloc.
È molto difficile sapere se queste pazienti non stiano anche vivendo questi problemi a causa di un altro adiuvante presente nel loro corpo ed è ancora poco chiaro perché alcune pazienti sviluppino il problema e altre no, proprio come accade con le malattie autoimmuni.
Concetti importanti DA TENERE A MENTE:
Non tutte coloro che hanno un impianto mammario svilupperanno la Breast Implant Illness (BII). Ci sono molte pazienti che hanno avuto gli impianti per anni senza sviluppare alcun sintomo, quindi si pensa che ci debba essere una predisposizione immunologica a sviluppare ASIA/BII, proprio come accade con le sindromi autoimmuni. Molto importante sarà sensibilizzare la comunità medica sul fatto che la possibilità che le donne sviluppino questi sintomi è reale, poiché la maggior parte delle pazienti che presenta queste problematiche viene ignorata dai loro curanti. Secondo diverse pazienti è molto frustrante consultare medici che non le prendono sul serio. Sarebbe buona prassi informare le pazienti che richiedono un aumento del seno a scopo estetico o ricostruttivo che, proprio come c'è una possibile correlazione tra il linfoma anaplastico a grandi cellule (ALCL) e gli impianti mammari, potrebbe esserci la possibilità che sviluppino una BII. Entrambe dovrebbero essere menzionate come possibili rischi.
ESTREMAMENTE importante sarà eseguire una rimozione completa della capsula e non solo degli impianti mammari, poiché le particelle che agiscono come adiuvanti possono rimanere nella capsula e continuare a scatenare lo stimolo cronico immunologico.
Attualmente la BII viene sottodiagnosticata anche a causa della mancanza di un' informazione capillare all'interno della comunità medica e molte donne vengono trattate per sindromi di tipo autoimmune, depressione, ecc., senza rendersi conto che dietro c'è una vera sindrome di BII.
RIMOZIONE DEGLI IMPIANTI MAMMARI
Una capsulectomia totale verrà eseguita se non è possibile eseguire una rimozione di tipo en bloc. La capsula potrebbe contenere batteri o pezzi di silicone che non dovrebbero essere lasciati all'interno del corpo.
Cos'è una rimozione di tipo en bloc?
A seguito dell'inserimento di un impianto all'interno del corpo, quest'ultimo forma attorno alla protesi una capsula per contenerla e isolarla. Una rimozione en bloc significa che l'impianto e il tessuto circostante vengono rimossi insieme come un unico pezzo. È una procedura difficile da eseguire, soprattutto quando si separa la capsula dalla parete toracica quando gli impianti sono sotto il muscolo. La capsula tende ad aderire alle costole e ai muscoli intercostali vicino ai polmoni. Una rimozione di tipo en bloc adeguata richiede un chirurgo con esperienza nella procedura e nella ricostruzione della parete toracica.
Perché è importante una rimozione di tipo en bloc nella malattia degli impianti mammari?
Molti degli adiuvanti contenuti negli impianti mammari potrebbero potenzialmente rimanere nella capsula biologica generata dal corpo intorno all'impianto mammario. La mancata rimozione completa di questa capsula potrebbe perpetuare la risposta immunologica esacerbata in questi pazienti.
Cos'è la capsulectomia totale?
La capsulectomia totale è quando il chirurgo rimuove il 100% della capsula che si trova nel corpo, nella cavità toracica.
Perché alcuni medici non credono che la malattia degli impianti mammari sia reale?
Questo è semplice. Attualmente, le prove scientifiche che gli impianti mammari rendano le donne malate sono insufficienti. I sintomi sperimentati dai pazienti con BII sono vari. Alcuni pazienti sperimentano sintomi diversi dagli altri.
In assenza di una capillare informazione riguardo queste diverse presentazioni cliniche, è facile diagnosticare erroneamente il problema o attribuire questi sintomi alla depressione, alla fibromialgia, ad altre condizioni mediche o, peggio ancora, supporre che non ci sia nulla di patologico.
Tutti gli impianti mammari portano a una BII?
Questa è probabilmente una delle domande più frequenti. Molte paziente sembrano non avere alcun problema con gli impianti mammari e non sviluppano alcun sintomo apparente. Tuttavia, allo stesso modo, proprio come con una contrazione capsulare, non sappiamo se svilupperanno o meno problemi in futuro.